Glossario
A
ACCOUNTABILITY
E’ una forma di responsabilità che si fonda sulla presenza di trasparenza, garanzia, fiducia, rendicontazione dell’attività svolta, impegno a dichiararsi.
ACQUISTI VERDI (GREEN PROCUREMENT)
Sistema che tiene conto dei criteri di sostenibilità ambientale nelle procedure d’acquisto di beni e servizi da parte della Pubblica Amministrazione. Consiste nel privilegiare la scelta di prodotti che permettano di ridurre i consumi energetici, le materie prime utilizzate, i rifiuti prodotti, le emissioni di gas serra nel rispetto degli impegni presi nel Protocollo di Kyoto.
AENOR MEDIO AMBIENTE
Marchio ecologico spagnolo creato nel 1993 su iniziativa dell’Associazione Spagnola di Normalizzazione e Standardizzazione (AENOR). Fa riferimento alla completa analisi del ciclo di vita del prodotto (Life Cycle Assessment).
B
BILANCIO AMBIENTALE
Strumento di comunicazione redatto su base volontaria da parte di enti ed organizzazioni, si propone di descrivere le principali relazioni che intercorrono tra l’attività dell’impresa e l’ambiente, con particolare attenzione agli interventi effettuati in materia di rispetto ambientale.
BILANCIO SOCIALE
E’ uno strumento a disposizione di un organizzazione, ente o azienda che intenda fornire un’informazione chiara e trasparente circa l’utilizzo delle risorse della collettività ai fini della propria attività e per il perseguimento dei propri obiettivi. Affianca il tradizionale bilancio d’esercizio, rendicontando la quantità e la qualità delle relazioni tra l’organizzazione e la comunità di riferimento, rappresentata dai portatori d’interesse. E’ un valido strumento di comunicazione con l’esterno e di promozione della propria immagine e reputazione aziendale.
BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ
Rappresenta un’evoluzione concettuale e pratica del bilancio sociale e del bilancio ambientale; integra la trattazione di aspetti economici, sociali ed ambientali relativi alla gestione dell’impresa od organizzazione. I suoi obiettivi sono la comunicazione trasparente delle politiche aziendali al fine di costruire un dialogo costante con gli stakeholders, nonché la misurazione delle performances per contribuire al miglioramento ed ottimizzazione delle strategie d’intervento.
BLAUER ENGEL (MARCHIO)
Marchio ecologico tedesco creato nel 1977, è considerato il precursore dell’Ecolabel. Incentrata sul prodotto, la certificazione viene rilasciata se vi è una riduzione dell’impatto ambientale nell’intero ciclo di vita, se il prodotto è conforme a tutti gli aspetti di protezione e se rispetta gli standard di salute e sicurezza.
C
CAM
I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo tutto il ciclo di vita del prodotto stesso.
I CAM sono definiti nell’ambito di quanto stabilito dal Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione e sono adottati con Decreto del Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del mare.
In Italia, l’efficacia dei CAM è stata assicurata grazie all’art. 18 della L. 221/2015 e, successivamente, all’art. 34 recante “Criteri di sostenibilità energetica e ambientale” del D.lgs. 50/2016 “Codice degli appalti” (modificato dal D.lgs 56/2017), che ne hanno reso obbligatoria l’applicazione da parte di tutte le stazioni appaltanti. Ad oggi sono stati definiti CAM per 17 categorie di forniture ed affidamenti, altri sono in corso di definizione
CANADA ENVIRONMENTAL CHOICE
E’ l’etichetta canadese creata nel 1988 dal Ministero dell’Ambiente. Col tempo, è stato gradualmente privatizzato; attualmente, tale marchio ecologico è basato su uno schema di criteri molto simile agli standard europei.
CERTIFICAZIONE AMBIENTALE (SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE CERTIFICATI)
E’ il riconoscimento che attesta la qualità dell’impatto ambientale dell’attività di un’impresa od organizzazione. Lo strumento attraverso cui valutare gli aspetti ambientali e migliorare le proprie prestazioni è il Sistema di Gestione Ambientale (SGA). Fra gli standard di riferimento per l’attivazione di certificazioni ambientali, vi sono norme quali: UNI EN ISO 14001:2004, EMAS (ed EMAS2).
CODICE ETICO
Sintesi di principi di condotta che contribuiscono a promuovere una cultura della consapevolezza e della trasparenza all’interno di un’organizzazione o nel rapporto che intercorre tra due o più organizzazioni. Definisce le norme etico-sociali che governano l’attività interna ed esterna di un ente o impresa, permettendo una migliore identificazione delle responsabilità. Prassi frequente nei Paesi anglosassoni e nordeuropei, non si limita unicamente alla produzione di codici di comportamento, ma introduce una vera e propria etica che influisce direttamente e strategicamente sulla stessa politica aziendale.
COMUNITÀ LOCALE
Secondo la definizione che ne dà il sociologo Luciano Gallino, è un “gruppo di dimensioni ridotte (da alcune centinaia a poche decine di migliaia di persone) che vive stabilmente entro un territorio delimitato e riconosciuto come suo sia all’interno che all’esterno, non sempre dotato di un governo formalmente istituito, ma sufficientemente grande, differenziato e attrezzato da poter abbracciare tutti i principali aspetti della vita associata: lavoro, famiglia, educazione, commercio, assistenza, pratiche religiose, ricreazione, ecc.; minima entità territoriale che soddisfa a tali requisiti”. E’ quindi, in definitiva, un sistema socio-economico territorialmente finito che svolge al suo interno gran parte delle funzioni che ne assicurano la sopravvivenza e, pur interagendo con l’ambiente esterno, mantiene nei confronti di questo una certa indipendenza e sua specifica unitarietà.
D
DICHIARAZIONE AMBIENTALE DI PRODOTTO (EPD - ENVIRONMENTAL PRODUCT DECLARATION)
E’ uno strumento pensato per migliorare la comunicazione ambientale fra produttori e fra produttori e consumatori. Prevista dalle politiche ambientali comunitarie, è fondata prevalentemente sull’analisi del ciclo di vita del prodotto (LCA), supporto metodologico da cui scaturiscono tutte le informazioni necessarie alla Dichiarazione. Con questo strumento, è quindi possibile comunicare informazioni oggettive, confrontabili e credibili relative alle prestazioni ambientali di prodotti e servizi.
E
ECODESIGN
E’ un metodo di progettazione con criteri ecologici, che consiste nell’integrazione di considerazioni ambientali nella fase di progettazione. Tra i diversi metodi che possono concorrere all’implementazione di preoccupazioni ambientali nella creazione di un prodotto, vi possono essere, per esempio, la riduzione dei materiali utilizzati o del consumo d’energia, l’eliminazione di sostanze tossiche, oppure un ripensamento della progettazione in modo che il prodotto possa essere riciclato facilmente.
ECOLABEL
Marchio ecologico per eccellenza istituito nel 1992 sulla base del Regolamento Europeo n. 880/92 (poi aggiornato con il Regolamento n. 1980/2000). E’ uno strumento fondato sulla volontarietà e viene rilasciato a prodotti e servizi (non alle imprese) che rispettano criteri ecologici stabiliti a livello europeo.
ECO MARK
Sistema di etichettatura giapponese creato nel 1989 dalla Nippon Environment Association su iniziativa del Ministero dell’Ambiente. Il marchio ecologico giapponese ha avuto un grande successo iniziale, se si pensa che dopo soli tre anni dalla sua istituzione, erano già 2.300 le imprese ed organizzazioni certificate.
EL DISTINTIU
Istituito nel 1994 dal Governo Autonomo della Catalogna, El Distintiu de Garantia de Qualitat Ambiental (questo il nome completo del marchio ecologico) si pone l’obiettivo di promuovere prodotti ecologici appartenenti a categorie merceologiche non etichettabili con particolare attenzione alla riduzione della produzione dei rifiuti. Dal 1996 è stato esteso anche i servizi. L’organismo che definisce i criteri ecologici è il Consell de Qualitat Ambiental, di cui fanno parte anche associazioni ambientaliste e di consumatori.
EMAS (ECO-MANAGEMENT AND AUDIT SCHEME)
Strumento ideato dalla Comunità Europea al quale possono aderire, su base puramente volontaria, tutte gli enti, imprese, organizzazioni che intendano valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali al fine di offrire al pubblico informazioni dettagliate circa la propria gestione ambientale. L’obiettivo di EMAS consiste nel promuovere continui miglioramenti delle prestazioni ambientali attraverso l’introduzione di un sistema di gestione ambientale, l’informazione, il dialogo costante ed aperto con il pubblico, anche tramite una dichiarazione ambientale. Per ottenere il riconoscimento EMAS, le organizzazioni devono sottoporsi ad una valutazione di conformità da parte di un Verificatore Accreditato. La seconda versione di EMAS (EMAS II) è stata pubblicata dalla Comunità Europea con il Regolamento 761/2001, modificato successivamente dal Regolamento 196/2006.
ENERGY STAR
E’ un marchio ecologico statunitense di efficienza energetica che si applica prevalentemente alle apparecchiature per ufficio.
G
GLOBAL COMPACT
E’ un’iniziativa lanciata nel 1999 dal Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan al World Economic Forum di Davos in Svizzera, e diventata operativa dal luglio 2000. Fondato sulla teoria del potere dell’azione collettiva, esso si propone di promuovere una cittadinanza d’impresa responsabile che spinga il mondo del business e del profit a trovare nuove soluzioni alle sfide poste dalla globalizzazione. Il progetto ha, tra gli altri, l’intento di coinvolgere e riunire le imprese e gli attori economici in una forma di collaborazione con le Nazioni Unite attraverso l’adesione ad alcuni principi comuni che investono i campi dei diritti umani, dell’ambiente, del lavoro e della corruzione.
GOVERNANCE
E’ l’insieme di regole e norme che disciplinano la gestione di un’azienda od organizzazione. Essa include anche le relazioni con gli attori (stakeholders) a vario titolo coinvolti o interessati all’attività dell’ente in questione.
H
HDI (HUMAN DEVELOPMENT INDEX – INDICE DI SVILUPPO UMANO)
Indicatore di sviluppo macroeconomico ideato dall’economista pakistano Mahbub ul Haq nel 1990. Tiene conto di diversi fattori, tra cui il Pil pro-capite, il grado di alfabetizzazione e la speranza di vita. Secondo l’ultimo rapporto, redatto nel 2007 a Brasilia, 22 Paesi (tutti africani) presentano un basso sviluppo, 85 (tra cui Cina e India) un medio sviluppo, 70 un alto sviluppo (le prime tre posizioni sono rappresentate da Islanda, Norvegia e Australia; l’Italia è al 20°).
HRBA (HUMAN RIGHTS BASED APPROACH)
Modello di definizione dei diritti umani che riprende i princìpi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948. L’obiettivo di questo approccio è stimolare i cittadini a prendere coscienza dei propri diritti e doveri. Essi si fondano sulle seguenti caratteristiche: universalità, inalienabilità, partecipazione.
HRIA (HUMAN RIGHTS IMPACT ASSESSMENT – VALUTAZIONE DI IMPATTO SUI DIRITTI UMANI)
Strumento di valutazione dell’impatto di un prodotto sui diritti umani, è efficace soprattutto se sviluppato ex ante, in quanto permette di adottare misure di prevenzione delle violazioni nei confronti delle comunità locali, come spesso avviene nei processi di delocalizzazione della produzione, e nei confronti dei soggetti più deboli (donne, bambini, indigeni, ecc.). Nel processo di valutazione, è cruciale la descrizione delle condizioni di rispetto dei diritti umani nell’area in cui si svolge l’attività dell’impresa, con riferimento all’intero ciclo produttivo ed alla filiera di produzione, ed in conformità agli standard ed agli strumenti internazionali che si occupano di diritti umani.
I
ILO (INTERNATIONAL LABOUR ORGANISATION – ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO)
E’ un organismo facente capo all’Onu, che comprende 178 Stati, e che si occupa di promuovere la giustizia sociale ed i diritti umani, con particolare riguardo al tema ed alle dinamiche del lavoro in tutti i suoi aspetti. Tra i compiti dell’Ilo, figurano l’assistenza tecnica nelle aree formazione, sicurezza, occupazione, diritto del lavoro; la formulazione di standard condivisi per la misurazione dei diritti fondamentali del lavoratore e delle condizioni del lavoro; la promozione di organismi di lavoratori indipendenti.
ISO 9001 (VISION 2000)
E’ la norma universalmente riconosciuta per la certificazione del sistema di gestione della qualità delle organizzazioni produttive di tutti i settori e di tutte le dimensioni.
ISO 14000
E’ un insieme di standard internazionali relativi alla gestione ambientale delle imprese ed organizzazioni, basato sul principio di volontarietà. Tra le norme della “famiglia” ISO 14000, va segnalata la ISO 14001 (o UNI EN ISO 14001:2004) che fornisce i requisiti guida per l’implementazione di un sistema di gestione ambientale.
ISO 14001 (UNI EN ISO 14001:2004)
Strumento volontario che consente all’impresa od organizzazione di definire e sviluppare un efficace sistema di gestione ambientale. Si applica a qualsiasi tipologia d’azienda, sia nel settore manifatturiero che nell’ambito dei servizi. La norma prevede che l’azienda definisca i propri obiettivi e target ambientali e metta a punto una politica ambientale che permetta di raggiungerli. Gli elementi principali della norma sono la pianificazione, l’attuazione e funzionamento, i controlli e azioni correttive, il riesame della direzione. La nuova versione (ISO 14001:2004) semplifica la norma stessa senza intaccarne i requisiti fondamentali.
ISO 26000
Documento ideato nel 2005 a Bangkok come norma sulla responsabilità sociale d’impresa.
L
LIFE CYCLE ASSESSMENT (LCA – ANALISI DEL CICLO DI VITA)
Modello d’analisi che consente di individuare e valutare le conseguenze di un prodotto, di un processo o di un’attività sull’ambiente, prendendo in considerazione l’intero ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime alla realizzazione del prodotto (o erogazione del servizio) fino alla gestione dei rifiuti.
LISBON STRATEGY (STRATEGIA DI LISBONA)
Stipulato nel marzo 2000 dal Consiglio d’Europa, è un piano di sviluppo che si propone di trasformare l’Europa nell’ “economia basata sulla conoscenza più dinamica e competitiva del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. La strategia si pone come obiettivo il raggiungimento di tale stato di cose entro il 2010; essa è suddivisa in dieci aree d’intervento che vanno dalle politiche sociali all’ambiente, dall’economia all’istruzione fino all’innovazione tecnologica.
M
MARCHI ECOLOGICI
Sistemi di etichettatura volontari per prodotti al consumo che garantiscano che questo sia stato progettato alla luce di una limitazione dell’impatto ambientale lungo l’intero arco del ciclo di vita. Generalmente sono creati da apposite organizzazioni, che possono essere indipendenti o istituzionali, le quali stabiliscono i requisiti standard che devono essere rispettati per ogni categoria di prodotto.
MULTISTAKEHOLDER FORUM
E’ un tavolo di confronto istituito dalla Commissione Europea che raccoglie associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e Ong, per promuovere percorsi di innovazione, convergenza e trasparenza nelle pratiche e negli strumenti esistenti nel campo della responsabilità sociale d’impresa.
N
NF ENVIRONMENT
Marchio ecologico francese creato nel 1991, viene assegnato ai prodotti che riducono l’impatto sull’ambiente garantendo contestualmente un’elevata qualità. I criteri vengono stabiliti sulla base di una completa analisi del ciclo di vita del prodotto, un vero e proprio test di idoneità frutto della negoziazione tra produttori, consumatori, distributori, istituzioni pubbliche, associazioni, ecc.
NIMBY (NOT IN MY BACK YARD – LOCALISMO)
Acronimo di “Not in My Back Yard” (letteralmente “non nel mio giardino”), indica l’atteggiamento di diffidenza e di rifiuto da parte di una data popolazione o di una comunità locale nei confronti di grandi opere di carattere pubblico che hanno, o si teme possano avere, ripercussioni negative sul territorio individuato per la realizzazione. L’accentuazione della sindrome “Nimby” per cui un’opera viene riconosciuta e percepita come utile, ma rinnegata per il posizionamento sul proprio territorio (es. infrastrutture, reti stradali, discariche, ecc.). Una maggiore informazione ed il coinvolgimento della popolazione nel processo decisionale sono considerati strumenti efficaci a disposizione dell’autorità pubblica per il superamento dei contrasti determinati dalla protesta localistica.
NORDIC WHITE SWAN
Certificazione ambientale relativa a Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda. Istituito nel 1989, è il solo marchio, unicamente a quello europeo, ad avere valenza sovranazionale. Il coordinamento dei quattro consigli nazionali è affidato ad un ente unico, il Nordic Council of Ministers. Disponibile per oltre sessanta categorie di prodotto, il marchio ecologico scandinavo ha validità triennale: alla scadenza dei tre anni, il prodotto viene sottoposto a valutazione per aggiornamento del marchio.
O
OHSAS 18001 (OCCUPATIONAL HEALTH AND SAFETY ASSESSMENT SERIES)
Certificazione che aiuta le aziende ad implementare politiche a favore della salute e della sicurezza dei lavoratori sulla base dei rischi e dei pericoli potenzialmente presenti sul luogo di lavoro. Possono ottenere la certificazione tutte le imprese operanti in qualsiasi settore che intendono dotarsi di un sistema di gestione della sicurezza al fine di tutelare i lavoratori maggiormente esposti al rischio,
ONG (ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA)
Organizzazione od associazione non direttamente dipendente dai governi locali, nazionali o sovranazionali e dalle loro politiche. Generalmente senza fini di lucro, si occupano di promuovere istanze politico-sociali come il miglioramento dell’ambiente, l’incoraggiamento dell’osservazione dei diritti umani, lo sviluppo ed il mantenimento della pace, ecc. La loro credibilità a livello globale è sancita anche dall’art. 71 della Carta Costituzionale dell’Onu, il quale prevede la possibilità per il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite di consultare “organizzazioni non governative interessate alle questioni che rientrano nella sua competenza”.
P
POLITICA INTEGRATA DEL PRODOTTO (IPP – INTEGRATED PRODUCT POLICY)
E’ un approccio integrato alle politiche ambientali che mira a coniugare il miglioramento qualitativo del prodotto con il miglioramento dell’impatto ambientale dello stesso. Esso investe l’intero ciclo di vita del prodotto (dall’estrazione delle materie prime fino alla gestione dei rifiuti) e si fonda su alcuni princìpi fondamentali quali: la collaborazione con il mercato, il coinvolgimento degli stakeholders, il miglioramento continuo, la molteplicità degli strumenti d’azione.
PROTOCOLLO DI KYOTO
E’ un trattato internazionale di materia ambientale riguardante il riscaldamento globale. Sottoscritto nella città giapponese di Kyoto da 160 Paesi l’11 dicembre 1997, è entrato in vigore ufficialmente il 16 febbraio 2005, con la ratifica anche da parte della Russia. Tra gli obblighi imposti dal trattato ai Paesi industrializzati, c’è la riduzione delle emissioni di elementi inquinanti in una misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni registrate nel 1990.
R
RESPONSABILITÀ SOCIALE DEL TERRITORIO
Consiste in una declinazione della “responsabilità sociale” dal contesto dell’impresa a quello della comunità. Il passaggio da una “responsabilità singola e/o individuale” ad una “responsabilità collettiva” ha l’obiettivo di guidare le istituzioni e le organizzazioni in un percorso condiviso dove le istanze economiche tengano conto dei fattori sociali ed ambientali. Questa concezione è particolarmente calzante per il contesto economico italiano, dove il tessuto produttivo è composto per la maggior parte da piccole e medie imprese, distretti, ecc.
S
SA8000 (SOCIAL ACCOUNTABILITY 8000)
E’ uno standard di certificazione elaborato nel 1997 dall’ente statunitense SAI (Social Accountability International). E’ orientato prevalentemente alla tutela dei diritti fondamentali del lavoro e si articola in nove punti: lavoro minorile, lavoro forzato, salute e sicurezza, libertà d’associazione e diritto alla contrattazione collettiva, discriminazioni, procedure disciplinari, orario di lavoro, retribuzione, sistema di gestione della responsabilità sociale. Caratteristica fondamentale della SA8000 è la sua verifica in fieri della rispondenza ai criteri di responsabilità sociale da parte dell’intera filiera produttiva (compresi, per esempio, i fornitori), oltre che l’assegnazione di un ruolo fondamentale agli stakeholders ed al loro coinvolgimento.
SAI (SOCIAL ACCOUNTABILITY INTERNATIONAL)
E’ un’organizzazione non governativa internazionale che si preoccupa di incoraggiare imprese e comunità locali a sviluppare ed implementare standard d’azione socialmente responsabili, tra i quali il più conosciuto è SA8000.
STAKEHOLDER
E’ il cosiddetto “portatore d’interesse”, soggetto singolo o collettivo a vario titolo interessato agli effetti dell’attività di un’impresa od organizzazione, e per questo coinvolto nell’implementazione delle strategie dell’organizzazione stessa. Gli stakeholders possono essere: dipendenti, azionisti, amministratori, associazioni di categoria, organizzazioni di lavoratori, centri accademici, istituzioni, media, ecc.
STICHTING MILIEUKER
E’ il marchio ecologico rilasciato dal Ministero dell’Ambiente e dell’Economia olandesi. Nato nel 1992, si fonda su precisi criteri ecologici definiti sulla base di studi elaborati da un centro di ricerca specializzato.
SOCIAL IMPACT ASSESSMENT (SIA – VALUTAZIONE D’IMPATTO SOCIALE)
Metodologia di analisi nata ufficialmente negli Stati Uniti nel 1969, che permette di valutare gli impatti sociali (e cioè le possibili modifiche delle attività di relazione ed organizzazione dei bisogni di una popolazione) di progetti, piani, attività di sviluppo industriale e territoriale. Il suo scopo è quello di stimare in anticipo le probabili conseguenze sociali di specifiche azioni politiche e governative riguardanti interventi di grande portata sull’ambiente e l’impiego di risorse.
SOCIAL STATEMENT
E’ uno strumento volontario pensato per guidare le imprese nella rendicontazione e trasparenza dell’impatto sociale della propria attività, attraverso una standardizzazione delle modalità di rilevazione e presentazione delle informazioni. Si pone come obiettivo finale quello di accrescere il grado di consapevolezza sociale ed ambientale delle imprese e promuovere una cultura della responsabilità sociale all’interno del sistema industriale.
SVILUPPO SOSTENIBILE
Secondo la prima definizione ufficiale, quella del Rapporto Bruntland della Commissione Europea (1987), è uno “sviluppo che garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”. Lo sviluppo sostenibile è fondato sull’integrazione di dieci componenti: ambiente, economia, socio-cultura (dimensioni dello sviluppo), equità sociale, equità interlocale, equità intertemporale (dimensioni di equità), diversità, sussidiarietà, partnership/networking e partecipazione (principi di sistema).
T
TRASPARENZA
Principio di chiarezza e correttezza attraverso cui s’instaura una relazione di fiducia reciproca tra due soggetti legati da un vincolo economico, commerciale, amministrativo.
U
UNDP (UNITED NATIONS DEVELOPMENT PROGRAMME)
E’ un’organizzazione creata in seno alle Nazioni Unite che si propone di mettere in comune risorse, esperienze e conoscenze per contribuire al miglioramento generale e globale delle condizioni di vita di tutti i Paesi e gli individui del pianeta. Gli sforzi dell’UNDP sono rivolti ai Paesi in via di sviluppo, principalmente per aiutarli ad implementare soluzioni nei seguenti ambiti: governance democratica, riduzione della povertà, prevenzione delle crisi, ambiente ed energia, lotta all’AIDS.
UNWELTZEICHEN BAUME
Marchio ecologico austriaco creato nel 1991 dal Ministero dell’Ambiente, della Gioventù e della Famiglia. Si applica a prodotti e processi di tipo manifatturiero ed ha la durata di un anno.
U.S. GREEN SEAL PROGRAMME
Marchio ecologico statunitense fondato nel 1989. E’ uno schema di etichettatura privato, ma collabora strettamente anche con agenzie ed amministrazioni pubbliche. Viene utilizzato talvolta anche per bandi di gara.
V
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)
Processo sistematico teso a valutare le conseguenze ambientali di progetti, piani, attività in modo che vengano incluse, al pari delle considerazioni economiche e sociali, fin dalle prime fasi del processo decisionale.
VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE (VIA)
Individua e valuta gli effetti diretti ed indiretti di progetti, piani, attività sull’essere umano, sulla fauna, sulla flora, sul clima, sull’ambiente in senso generale. Nata negli Stati Uniti nel 1969, è regolamentata in Europa dalla Direttiva 85/337 (modificata con la 97/11), che prevede l’impegno attivo degli Stati nella descrizione delle caratteristiche fisiche del progetto, della quantità di residui ed emissioni previsti, dei possibili effetti rilevanti sull’ambiente
Data creazione: Fri Feb 19 14:28:25 CET 2016