Storia del Comune
Resti di necropoli romane tornate alla luce nella zona - visitabili nella saletta archeologica rhodense presso la Villa Cornaggia Medici (o Villa Burba) - documentano le lontane origini di Rho, oggi centro industriale e importante nodo ferroviario a nord-ovest di Milano, lungo la direttrice della statale 33 del Sempione. Citata col nome di Vico Raudo per la prima volta in documenti scritti nell'846, intorno al 1000 il borgo è sufficientemente sviluppato per far valere presso l’Imperatore Enrico II le proprie rivendicazioni di autonomia comunale: vi si costituisce una Corte di Giustizia e una giurisdizione consolare, e viene concesso il diritto di tenere pubblico mercato, tradizione che da allora si tramanda ogni lunedì. Coinvolta nella lotta contro il Barbarossa, infeudata ai Visconti di Brignano nel 1539, entrando poi nell’orbita politica dell’emergente Milano. storicamente al centro di una ricca zona agricola, fu ideale soggiorno di campagna per nobili casati milanesi: spiccano il Palazzo Visconti Banfi, che risale al 1669 e fu in seguito arricchito con interventi ottocenteschi, e il Santuario della Madonna dei Miracoli, eretto a partire dal 1584 per volere del cardinale Carlo Borromeo su disegni di Pellegrino Tibaldi, poi completato da una cupola settecentesca e dalla facciata neoclassica (1821) opera di Leopold Pollack.
Storia dello Stemma
L'origine di questo stemma non presenta dubbi di sorta: deriva, infatti, dallo stemma dell'antica famiglia lombarda dei da Ro, o Rho, o dei Capitanei da Rho, che, certamente fin dal 2 ottobre 1196 - come risulta in un antico documento di carattere giudiziario conservato nell'Archivio di Stato di Milano - ma verosimilmente già da un'epoca precedente, abitavano stabilmente su questo territorio esercitando su di esso con tutta probabilità la loro giurisdizione feudale. Lo stemma di questa antica famiglia milanese risulta miniato a pagina 302 dello Stemmario Trivulziano ed è così blasonato: Di rosso, alla ruota a cinque raggi d'argento. L'identità dei due stemmi risulta essere pertanto perfetta. Dal punto di vista araldico, lo stemma del Comune di Rho è da considerare, certamente, come uno stemma di carattere "parlante", nel senso che il nome della figura principale dello stemma - ossia la ruota, in dialetto "roeda" - si identifica, immediatamente, con il nome del titolare dello stemma. Con R.D. del 31 marzo 1932, al Comune di Rho è stato concesso il titolo di Città.
Popolazione e territorio
La superficie del comune è di 22,2 kmq per una popolazione legale di 50.618 abitanti (al 31.12.2021).
Scarica la scheda demografico-amministrativa.
Palazzo Municipale
Fu costruito all'inizio del XX Secolo come Palazzo Podestarile sul modello dei palazzi medioevali: ha l'aspetto di un antico castello, al cui interno un ampio scalone in marmo porta al primo piano, dove sono conservati diversi dipinti provenienti dalla demolita chiesa di San Gervaso e Protaso di Milano: ritratti di santi, Quattro Glorie di Mauro della Rovere detto Il Fiamminghino (1640) e quattro bei putti di Daniele Crespi (1590-1639) . Nella Sala d'arte si trovano alcuni cimeli preziosi appartenuti a Eugenio Tosi, Arcivescovo di Milano e membro della Congregazione degli Oblati di Rho.
Nuova Fiera di Milano
La costruzione del Nuovo Polo Fieristico, nell’area dell’ex raffineria Agip di Rho-Pero nelle immediate vicinanze di Milano e sulla direttrice verso l’Aereoporto Internazionale di Malpensa, rappresenta il primo passo del processo di rinnovamento del "sistema" Fiera Milano. Il progetto è di Massimiliano Fuksas, uno degli architetti più autorevoli a livello internazionale nello studio dei problemi urbani delle grandi aree metropolitane. Offre agli espositori e ai visitatori otto enormi padiglioni; servizi di ristorazione, parcheggi e infrastrutture. Tutte queste caratteristiche fanno sì che il nuovo grande centro espositivo lombardo si collochi ai vertici del mercato fieristico mondiale per dimensioni, funzionalità e qualità architettonica. Elemento visuale caratterizzante la struttura fieristica è una copertura a vela di vetro e acciaio, sorretta da pilastri e ombrello, che copre l'intero asse e raccorda tra loro gli otto padiglioni e le varie strutture di servizio.
Santuario della Madonna Addolorata
Conosciuto anche come Madonna dei Miracoli, la sua costruzione venne completata attraverso i secoli. Fu commissionato nel 1584 dall'Arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo al suo architetto di fiducia Pellegrino Tibaldi nel luogo in cui, secondo la tradizione popolare, il giorno 24 di aprile -ricorrenza celebrata ancora oggi- una statua della Vergine si mise a sanguinare. Venne poi affidato alla Congregazione dei Padri Oblati, per i quali verrà costruito anche l’omonimo adiacente Collegio. Risale a metà '700 la cupola, disegnata da Carlo Giuseppe Merlo e da Giulio Galliori, mentre l'ultimo intervento è del 1785, la facciata progettata da Leopoldo Pollack. All’interno si trovano stucchi, affreschi e pale d'altare di importanti pittori del Seicento, fra i quali Procaccini, Morazzone, Figino e Lanzani.
Chiesa Prepositurale di San Vittore Martire
La chiesa risale al 1834, quando fu costruita in perfetto stile neoclassico su disegno degli architetti Besia e Aluisetti. L'interno si presenta a navata unica voltata a botte, con tre cappelle per lato. E' da segnalare il paliotto in bronzo dell'altare maggiore realizzato nel 1852, rappresentante l'Ultima Cena. La maggior parte dei dipinti, di scuola lombarda, è databile tra il XVI e il XVII Secolo. Gli affreschi e gli stucchi bianchi e dorati del soffitto sono stati eseguiti dai professori Beghè e Bosoni nel XX Secolo. Negli ultimi anni il tempio è stato completamente restaurato e dotato di nuova pavimentazione.
Da segnalare, tra i dipinti delle cappelle, tre tele dei Fratelli Della Rovere, detti i Fiamminghini, e una tavola attribuita a Marco d’Oggiono.
Palazzo Visconti Banfi
Il complesso venne edificato nel 1669 da Ercole II Visconti, impostato su un asse prospettico lungo 1550 metri che va dall’abside del Santuario al corso dell’Olona. Il palazzo conserva ancoira l'originaria decorazione pittorica ed una notevole la serie di ambienti affrescati da A.Lanzani, appartenenti alla fine del 1600 e inizio 1700 a maestri milanesi. Interessante anche il giardino, solo in parte adattato ai predominanti criteri romantici e oggi solo parzialmente accessibile.
Di proprietà privata, è visibile solo dall'esterno.
Villa Burba
E' una villa seicentesca ad architettura tipica lombarda, nata come residenza di campagna. La sua raffinata bellezza è data da ornamenti tardo-barocchi. Di rilievo sono i balconi, i cancelli, le ringhiere in ferro battuto e il salone centrale, caratterizzato dal camino in pietra. All'esterno della villa un parco con essenze pregiate. Negli interni della villa, appartenuta ai marchesi Cornaggia Medici, è ospitata una mostra permanente degli arredi originali della villa tra la fine del 1700 e l'inizio del 1900, e che hanno permesso di ricreare alcuni ambienti della casa: la cucina, un salotto e una camera da letto. Una piccola collezione archeologica raccoglie reperti di epoca romana (I-III secolo d.C.) rinvenuti nel corso di scavi in area locale. Presso la biblioteca del palazzo trova spazio un'altra mostra permanente: quella delle opere dello scultore Franco Fossa (Milano 1924), allievo di Marini, Manzù e Messina. Nel 2006 uno splendido intervento di restauro ha recuperato i corpi rustici, la scuderia, la stalla, il fienile, il filatoio, oltre che una parte del retrostante giardino.
Nel 1966 la villa fu acquistata dal Comune di Rho ed è attualmente sede della Biblioteca e di numerose attività culturali. Il parco è aperto da aprile a ottobre.
Villa Scheibler
Insediamento rurale in frazione Castellazzo di Rho, sviluppatosi a partire dal ‘600, in origine appartenne alla nobile famiglia milanese dei Simonetta. Trasformata nel corso dell’800 in casa di caccia, è ancora oggi una bella residenza privata.
Territorio e parchi
Nel comune di Rho si trova il Parco Agricolo Sud Milano e il Parco del Basso Olona