Rapporti OML 


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Sentito ringraziamento e commossa gratitudine vanno al maestro, Ermes Cavicchini, ex direttore del C.D.R.L. che ha curato la progettazione della serie dei Rapporti del Mercato del Lavoro della Provincia di Milano, di cui dal 2001 al 2018 ha diretto la redazione.  È presente anche nell’edizione di quest’anno attraverso i sui preziosi consigli e le originali intuizioni sull’economia milanese che ha voluto condividere con noi nei mesi che hanno anticipato la stesura definitiva del Rapporto.

Edizione 2021 - Le dinamiche occupazionali in Città Metropolitana di Milano nell’anno del COVID19

Copertina Rapporto OML 2021Forte di una ventennale esperienza, quest’anno l’annuale “Rapporto sulle trasformazioni del mercato del lavoro” si presenta al lettore sotto una formula rinnovata in cui si dà massimo risalto alla lettura della congiuntura dell’anno passato. Offrendo un significativo contributo di conoscenza delle trasformazioni in atto nell’economia e nel mercato del lavoro metropolitano nell’anno della crisi pandemica.Il volume propone la lettura dei principali indicatori del mercato del lavoro attraverso strumenti espositivi che evidenziano l’andamento temporale delle informazioni, selezionando per il lettore gli elementi più significativi per una lettura sia settoriale sia territoriale. Al fine di rispondere a specifici interessi di approfondimento da parte del lettore l’intera gamma dei dati, per settore produttivo e territorio comunale, attraverso cui è stato redatto il volume, viene resa disponibile ed aggiornata tramite la pagina internet dell’Osservatorio Mercato del Lavoro di Città Metropolitana di Milano. Insieme alla versione web del testo del rapporto è così possibile navigare dinamicamente nei dati che rendono questo lavoro un attività in progress che non si chiude alla data di redazione: 22 maggio 2021.

Contributi

Livio Lo Verso, Andrea Oldrini, Giancarlo Fumagalli, Pietro Marino


Edizione 2017-2018 - Economia e mercato del lavoro nella Città Metropolitana di Milano 2017-2018

Rapporto OML 2017-2018

Nel corso del 2017 e nei primi mesi del 2018 l'economia milanese ha proseguito in quella ripresa avviatasi nei tre anni precedenti, dimostrando un dinamismo superiore a quello dell'economia nazionale. Ciò si è tradotto in un miglioramento anche delle dinamiche occupazionali; lo dimostrano i dati ISTAT che evidenziano un incremento degli occupati pari al 2% e un tasso di occupazione prossimo al 70%. Lo confermano anche i dati relativi alla domanda di lavoro, che per il terzo anno consecutivo si attestano su valori superiori a quelli del 2008, con un aumento delle assunzioni pari al 9,2% nel corso degli ultimi dodici mesi, dato questo che supera in misura significativa anche i livelli raggiunti nel 2015, anno in cui il mercato del lavoro milanese è stato trainato dall'evento di Expo 2015. Queste tendenze occupazionali presentano però anche zone d'ombra. La disoccupazione cala, ma è tuttora su livelli ben maggiori di quelli antecrisi e la ripresa occupazionale è caratterizzata da un forte incremento del lavoro flessibile. Nell'ultimo biennio sono a termine più dell'80% dei nuovi rapporti di lavoro e un terzo sono part-time. Dati che confermano che il mercato del lavoro milanese sta uscendo dalla crisi in modo molto diverso da quello di dieci anni fa. Il volume ospita inoltre un'analisi degli esiti occupazioni di Dote Unica Lavoro, uno dei principali dispositivi delle politiche del lavoro in Lombardia e un approfondimento sulla domanda di lavoro nel settore artigiano. Tali apporti conoscitivi potranno risultare particolarmente utili ad orientare l'attività di tutti gli operatori pubblici e privati, sia per quanto riguarda le politiche del lavoro sia per l'adeguamento delle politiche della formazione.
 
Contributi
Elena Buscemi, Ermes Cavicchini, Livio Lo Verso, Giampaolo Montaletti, Giuseppe Zingale

Edizione 2012 - Lungo il tunnel. Economia e mercato del lavoro in provincia di Milano

Rapporto OML 2012

Un altro anno difficile, contraddistinto da una forte caduta delle attività produttive e da una persistente crisi occupazionale che, dalla lettura dei dati ISTAT, si manifesta con una stagnazione degli occupati e un forte incremento della disoccupazione. Una situazione che alimenta un forte disagio sociale, legato ad una crescente precarietà del lavoro anche per chi il lavoro ce l'ha, e che si traduce in una contrazione dei livelli di reddito, inasprita dagli effetti delle politiche di austerità adottate per risanare la situazione della finanza pubblica. Un contesto che si coglie con ancora maggiore efficacia attraverso i dati delle segnalazioni di assunzione effettuate dalle imprese, che registrano nel 2012 un significativo calo sia per quanto riguarda i nuovi contratti di lavoro che gli assunti. Un andamento che non risente se non in misura marginale degli effetti della riforma del mercato del lavoro, mentre si registra un aumento del tempo parziale e dei contratti a termine a conferma che le imprese appaiono riluttanti a rinunciare a forme di flessibilità precedentemente sperimentate. Il dato che appare più preoccupante è comunque quello delle imprese che assumono, il cui calo appare particolarmente accentuato nei settori industriali e che, al netto di alcune nicchie particolari di comparti tradizionali, presenta un saldo fortemente negativo che sembra riportare la situazione a livelli prossimi a quelli del 2009. È per dar conto di questa situazione molto complessa che quest'anno il rapporto include alcuni approfondimenti che aiutano a leggere meglio i processi in atto sia dal punto di vista occupazionale che imprenditoriale. Oltre ad un capitolo dedicato infatti ai comportamenti delle imprese, vengono presentati alcuni studi di carattere settoriale, che analizzano tre comparti (la ristorazione, il commercio al dettaglio e lo spettacolo) che con i loro andamenti contraddittori possono facilitare la comprensione delle dinamiche della domanda di lavoro milanese.
 
Contributi
Katia Benassi, Claudio Bonaventura, Laura Cannizzaro, Ermes Cavicchini, Elena Corsi, Giancarlo Fumagalli, Livio Lo Verso, Eleonora Zappa

Edizione 2010/2011 - Gli anni dell'incertezza. Economia e mercato del lavoro in provincia di Milano

Rapporto OML 2010-2011

Nonostante i burrascosi mesi finali dell'anno, durante i quali per l'Italia il rischio di default è parso più di una remota possibilità e la finanza pubblica in una situazione prossima al tracollo, l'economia italiana ha chiuso anche il 2011 con un leggero incremento del PIL (+0,4%). Un dato dietro cui si celano fattori positivi, come quello delle esportazioni, e altri di segno opposto, come quelli relativi agli investimenti alla domanda interna. È ovvio che in una situazione siffatta le dinamiche occupazionali non possano che essere modeste, stagnanti da due anni per quanto riguarda l'occupazione e con una disoccupazione attestata su livelli superiori a quelli toccati alla fine del 2009. Negli ultimi mesi, inoltre, tutti i principali indicatori economici stanno peggiorando, confermando il perdurare di una situazione di grave incertezza, che sembra destinata ad essere il tratto distintivo anche degli anni a venire.
Milano condivide queste tendenze e lo evidenziano i risultati delle indagini congiunturali e i dati dell'ISTAT, mentre solo i dati amministrativi su cui si basa questo Rapporto sembrano catturare, sia nel 2010 che nel 2011, alcuni segnali di miglioramento che riguardano non solo il dato quantitativo degli avviamenti ma anche quelli più qualitativi relativi alle modalità contrattuali di assunzione, anche se nell'ultima parte dell'anno sono peggiorati così come sono andate aumentando le persone in cerca di lavoro.
In questo quadro contrassegnato da una perdurante instabilità, sono proseguiti alcuni processi di cambiamento che stanno incidendo nel profondo dell'economia milanese. Ed è per questo che il Rapporto prosegue nella sua ricognizione di questi mutamenti che stanno intervenendo sia nel mercato del lavoro sia nel sistema produttivo.
Vengono in particolare presi in esame l'uso di alcune forme di lavoro, come l'apprendistato e il lavoro somministrato, cercando in tal modo di interloquire con il dibattito in corso della riforma del mercato del lavoro; ma si è cercato altresì di condurre alcuni approfondimenti su altri processi di cambiamento intervenuti nel corso di questi anni, sia per quanto riguarda le qualifiche professionali, le connotazioni della composizione settoriale della domanda di lavoro e le dinamiche imprenditoriali catturabili attraverso le segnalazioni obbligatorie. Uno ampio spettro di temi con cui si cerca di proporre elementi di conoscenza dei cambiamenti in atto che supportino in primo luogo l'azione degli operatori territoriali dei servizi per l'impiego ma anche quella dei policy makers che si trovano ad intervenire nella situazione di incertezza derivante dall'attuale fase di riassetto istituzionale e di mutamenti legislativi in materia di lavoro.
 
Contributi
Katia Benassi, Claudio Bonaventura, Laura Cannizzaro, Ermes Cavicchini, Elena Corsi, Giancarlo Fumagalli, Livio Lo Verso, Eleonora Zappa

Edizione 2009/2010 - Tempi difficili. Economia e lavoro in provincia di Milano

Rapporto OML 2009-2010

L'onda lunga della crisi avviatasi due anni fa negli Stati Uniti e che si è trasmessa poi all'intera economia mondiale continua a far sentire i suoi effetti. Vicende come quelle della Grecia o dell'Irlanda dimostrano però che l'instabilità dei mercati finanziari e monetari possono però produrre repentini mutamenti di scenario e provocare un nuovo rallentamento delle economie reali dopo una fase di crescita che, benché modesta, è durata più di un anno. L'Italia è stata sin qui parte di questo processo: dopo un 2009 in cui il PIL è diminuito del 5% e l'occupazione si è ridotta di circa 400.000 unità, ha registrato quest'anno una ripresa che dovrebbe portare a fine anno a registrare una crescita attorno l'1%. Tuttavia, in Italia come nel resto d'Europa e negli Stati Uniti, il miglioramento delle dinamiche economiche non sta ancora producendo effetti apprezzabili sul mercato del lavoro.
Milano non si differenzia dal resto del Paese e, limitando l'attenzione al mercato del lavoro, si può osservare che le difficoltà occupazionali dell'ultimo biennio sono destinate a protrarsi nel tempo. Lo dicono le statistiche dell'ISTAT, lo dicono i dati amministrativi del lavoro della Provincia. La domanda di lavoro si avvia a chiudere quest'anno con un leggero incremento ma resta comunque sotto i livelli ante-crisi di circa 10 punti. Analogo anche se speculare l'andamento della CIG e delle iscrizioni alle liste di disoccupazione.
Tempi difficili, quindi. E sono le vicende degli ultimi due anni che questo rapporto racconta, impiegando per la prima volta in modo diffuso non solo le statistiche relative ai rapporti di lavoro, ma anche quelle relative ai lavoratori che in carne ed ossa sono toccati da questi processi. Questa innovazione nel trattamento dei dati amministrativi risponde tra l'altro alla necessità di comprendere meglio i cambiamenti di un mercato del lavoro che la crisi ha reso ancor più flessibile, più selettivo e più incerto nelle modalità di assunzione. Un mercato del lavoro in cui cala in modo preoccupante la presenza dei giovani e delle donne e nel quale persistono difficoltà a occuparsi o a rioccuparsi. Una crisi che ha colpito in modo differenziato i settori produttivi e i diversi contesti territoriali. Tutti segnali che vengono confermati dall'esame delle dinamiche imprenditoriali, anch'esse interpretate attraverso i dati amministrativi del lavoro, con alcuni approfondimenti che riguardano le aziende artigiane e quelle cooperative. Spunti di riflessione, non una lettura organica, ma che potranno fornire nuovi elementi di conoscenza agli attori sociali ed istituzionali possano fondare le loro iniziative di contrasto della crisi.
 
Contributi
Cesare Benzi, Laura Canizzaro, Ermes Cavicchini, Elena Corsi, Enrico Fravega, Livio Lo Verso, Elisa Lorenzi, Andrea Oldrini, Cecilia Scanzaroli, Eleonora Zappa

Edizione 2008/2009 - Fase di passaggio. Economia e mercato del lavoro in provincia di Milano

Rapporto OML 2008-2009

Dopo oltre un anno da quel 15 settembre 2008 in cui il fallimento della Lehman Brothers sancì l'inizio di una crisi finanziaria che si estese dagli Stati Uniti al resto del mondo. Con una rapidità senza precedenti, il crollo si trasferì dai mercati finanziari all'economia reale, provocando una recessione che è stata accostata a quella degli anni Trenta del secolo scorso. E ora come allora, la crisi economica ha impattato duramente sul mercato del lavoro, anche in quelle realtà, come l'Italia, in cui le istituzioni finanziarie sembrano aver retto meglio. La caduta della domanda nelle principali economie mondiali, a cominciare da quella statunitense, si è infatti tradotta ovunque in una riduzione del PIL, della produzione industriale e del commercio estero, annullando in pochi mesi gran parte dei guadagni degli ultimi anni.
Ovviamente anche Milano, così fortemente integrata con le economie più sviluppate, ha risentito pesantemente di questo trend; tutti i settori economici presentavano già alla fine del 2008 andamenti negativi e la sostanziale tenuta del mercato del lavoro, attestata sia dai dati ISTAT che da quelli amministrativi su cui si basa questo Rapporto, è da imputarsi principalmente al ritardo con cui le dinamiche economiche si trasferiscono sulla domanda di lavoro. Il dato su base annua, inoltre, non può nascondere che già dall'ottobre dello scorso anno le tendenze occupazionali hanno palesato una caduta che è andata poi assumendo nel 2009 dimensioni stabilmente negative sino alla metà dell'anno, quando si sono colti alcuni segnali di un'inversione di tendenza.
Questo Rapporto, che abbraccia un lasso di tempo più lungo del consueto periodo annuale, si trova così a descrivere una fase di passaggio che parte dall'esaurirsi di un periodo di espansione, avviatosi sul finire del 2005, fino all'esplodere della crisi. L'intento è di fornire alcune immagini che aiutino a comprendere la reale entità e le caratteristiche della crisi occupazionale degli ultimi dodici mesi, scandita dalla crescita delle persone in cerca di lavoro così come dalla crescente difficoltà di rioccuparsi in un mercato che è tradizionalmente ricco di opportunità. L'esame della crisi occupazionale in un settore specifico come l'industria si presta, inoltre, ad avviare una riflessione sulla necessità di ripensare alla nuova identità della provincia di Milano, dopo la costituzione della provincia di Monza e Brianza. Un insieme di spunti conoscitivi che supportino la definizione di politiche che possano contrastare i principali fenomeni di disagio occupazionale e sostenere gli interventi per il rilancio delle attività economiche, ancor prima che si avvertano i benefici effetti di Expo 2015.
 
Contributi
Cesare Benzi, Mario Enrico Brambilla, Ermes Cavicchini, Elena Corsi, Enrico Fravega, Livio Lo Verso, Elisa Lorenzi

Edizione 2007 - L'arcipelago del lavoro milanese. Rapporto 2007 sul mercato del lavoro e le politiche del lavoro in provincia di Milano

Rapporto OML 2007L'andamento altalenante dell'economia milanese nel 2007 si è riflesso anche sull'andamento dell'occupazione che, secondo l'Istat, ha registrato una crescita molto modesta (+0,1%). Su tali dinamiche pesano in modo determinante le performance negative del settore manifatturiero (-6,5%) a stento compensate da quelle dei servizi e delle costruzioni. Sempre l'Istat segnala una leggera ripresa dell'occupazione stabile, dopo anni di crescita sostenuta di quella a termine, anche se l'area del lavoro atipico aumenta ulteriormente grazie all'aumento degli assunti a tempo parziale. Un quadro problematico, quindi, che viene confermato anche dai dati amministrativi dei Centri per l'Impiego, su cui è fondata larga parte delle indagini raccolte in questo volume e da cui emerge però una serie di rappresentazioni del lavoro a Milano che ne restituiscono una immagine più sfumata e problematica. Nel 2007 la domanda di lavoro ha prodotto 760.000 assunzioni con contratti di lavoro subordinato (a cui si devono aggiungere poco meno di 120.000 contratti di lavoro parasubordinato) con un incremento del 50% rispetto a quattro anni prima, ma il numero delle imprese coinvolte è sostanzialmente stazionario e si attesta stabilmente sotto il 30% delle imprese attive. I lavoratori assunti con contratti di lavoro standard lo scorso anno sono stati quasi 180.000 ma, anche escludendo il lavoro parasubordinato e quello autonomo, sono atipiche tre assunzioni su quattro. Un lavoratore su cinque tra quelli assunti con contratti stabili cambia lavoro più volte in un anno ma uno su tre è rappresentato da personale privo di qualifica, mentre tra i lavoratori a termine cresce il peso dei lavoratori con qualifiche elevate. Le imprese si trasformano ma anche se il loro grado di terziarizzazione implicita aumenta anno dopo anno, cresce anche l'incidenza di funzioni dequalificate esternalizzate, spesso presso cooperative di lavoro; e se l'industria vede declinare il suo peso specifico nel panorama produttivo provinciale, avanzano processi di industrializzazione dei servizi, sovente coperti con rapporti di lavoro parasubordinato. È con questa realtà complessa e contraddittoria che i nuovi servizi per l'impiego provinciali, la cui riforma è divenuta operativa nel corso del 2007, saranno chiamati a misurarsi, cercando di garantire un migliore incontro tra una domanda e una offerta di lavoro che appaiono sempre più segmentate e divaricate, per garantire una migliore efficienza del sistema produttivo locale ma anche per offrire migliori opportunità occupazionali alle persone.
 
Contributi
Marta Aiello, Cesare Benzi, Mario Enrico Brambilla, Ermes Cavicchini, Elena Corsi, Marialuisa Di Bella, Livio Lo Verso, Elisa Lorenzi, Dario Musolino, Francesca Sigismondi, Anna Soru, Eleonora Zappa

Territori in movimento - Rapporto sui mercati locali del lavoro in provincia di Milano
 
Rapporto OML Territori in movimentoL'analisi delle dinamiche economiche e del mercato del lavoro nella loro dimensione territoriale rappresenta un elemento di conoscenza irrinunciabile per i servizi che intervengono su scala locale nella gestione delle politiche del lavoro e della formazione. È proprio la comprensione puntuale di questi processi che può rendere più efficace l'azione di quanti operano sul territorio sia sul versante specifico dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro sia più in generale riguardo all'offerta di servizi orientati ai bisogni espressi dalle imprese e dai cittadini-lavoratori. Il volume qui presentato si muove in questa direzione offrendo un supporto analitico alle esigenze operative dei servizi per l'impiego e una lettura dell'andamento della domanda di lavoro nelle diverse realtà territoriali in cui si articola la provincia di Milano. Lo studio, inoltre, evidenzia come da un'analisi di questo tipo emergano non solo indicazioni sugli andamenti occupazionali, ma anche la possibilità di intuire i processi di carattere strutturale ad essi sottesi. L'analisi, che è stata condotta servendosi dei dati amministrativi dei Centri per l'Impiego, prende in esame il biennio 2004-2005, un periodo di grande interesse poiché in esso si sono sovrapposti processi molto differenziati e di complessa interpretazione. La fase di stagnazione che ha contraddistinto il periodo indagato, ad esempio, ha prodotto effetti pesanti e probabilmente duraturi sulla struttura produttiva locale traducendosi in una caduta complessiva della domanda di lavoro. La contrazione è stata in genere più acuta in alcune delle aree a maggiore vocazione manifatturiera, mentre nei territori centrali della provincia il lavoro sembra invece aver retto grazie ai servizi. La tenuta della domanda di lavoro sembra tuttavia avvenuta a scapito delle condizioni lavorative, com'è testimoniato dalla crescita, in alcuni casi impressionante, delle forme di lavoro atipico. Ai fattori di carattere economico si sono accompagnati gli effetti di provvedimenti quali la nuova legislazione del lavoro che, se da un lato ha contribuito a ridurre l'area del lavoro parasubordinato, dall'altro ha favorito l'enorme espansione delle forme di lavoro a termine. Il quadro che emerge, quindi, non solo evidenzia il carattere molto eterogeneo dei territori che compongono l'area milanese, ma fornisce anche molte indicazioni e suggestioni che possono costituire un prezioso riferimento per la definizione di interventi e iniziative di politiche pubbliche.
 
Contributi
Mario Enrico Brambilla, Ermes Cavicchini, Elena Corsi, Livio Lo Verso, Jacopo Umidi, Eleonora Zappa

Rapporto OML 2004A prima vista, i dati relativi al lavoro in provincia di Milano nel 2004 sembrerebbero dimostrare che il mercato del lavoro milanese confermi una vivacità che testimonia una sostanziale capacità di tenuta del sistema produttivo locale, pur in presenza di un contesto macroeconomico sicuramente avverso. Un'analisi più dettagliata di questi dati evidenzia però il carattere ingannevole del dato statistico aggregato. Se da un lato il tasso di disoccupazione si conferma sostanzialmente agli stessi livelli degli ultimi anni, aumenta sensibilmente, anche rispetto all'anno precedente, il peso del lavoro atipico. Cresce l'incidenza dei contratti a termine e ancor più di quelli a tempo parziale, che nel 2004 rappresentano ormai più del 20% del totale degli avviati e sembra manifestarsi un cambiamento nelle caratteristiche di questa modalità contrattuale, che da strumento di inserimento lavorativo per donne e giovani si va caratterizzando sempre più come un potente strumento di flessibilità, di cui le imprese si avvalgono in un momento di grave incertezza sulle prospettive dell'andamento economico. L'espansione dell'area del lavoro flessibile, dunque sembra sì aver consentito ad un numero maggiore di persone di affacciarsi sul mercato del lavoro, ma dall'altro ha teso ad aumentare il grado di precarizzazione del lavoro, la cui ricerca in forme stabili si è fatta ancor più difficile e faticosa rispetto agli ultimi anni, com'è palesato dalla sensibile riduzione del peso degli avviamenti con contratti di lavoro standard. Il mercato del lavoro milanese sembra connotarsi sempre più come una realtà in cui si va affievolendo il senso della dicotomia occupazione/disoccupazione, ma in cui cresce una sorta di continuum fatto di occasioni di lavoro discontinue o più incerte nella durata, un processo che interessa sempre più anche i lavoratori appartenenti alle classi centrali d'età e in modi diversi i giovani. Il peggioramento qualitativo delle opportunità lavorative offerte si accompagna anche ad altri segnali preoccupanti fra i quali spicca la diminuzione del peso dell'industria, dopo un biennio in cui questo settore era parso come quello che reggeva meglio nel sistema produttivo locale e il coinvolgimento anche dei profili professionali più qualificati nei processi di flessibilizzazione del mercato del lavoro. L'insieme di questi dati sembra quindi confermare un quadro di lento ma progressivo deterioramento della situazione del lavoro milanese, nonostante gli interventi di riforma introdotti nel 2003, che non hanno sino ad oggi prodotto significativi risultati e che, se si esclude infatti il part-time, non sembrano aver incontrato il favore da parte delle imprese. Il Rapporto qui presentato cerca di fornire una ricostruzione delle principali dinamiche richiamate, avvalendosi come ogni anno dei dati amministrativi dei Centri per l'Impiego, con i quali sono state condotte ulteriori sperimentazioni come quelle le cessazioni dei rapporti di lavoro e le ricostruzioni dei percorsi lavorativi. Il volume include inoltre una serie di contributi analitici su alcune tipologie di attori del nuovo mercato del lavoro riformato, e per la prima volta ospita una sorta di forum che propone una serie di spunti di riflessione che vorrebbero concorrere alla ideazione di una agenda delle politiche pubbliche in materia di lavoro.

 
Contributi
Marta Aiello, Cesare Benzi, Ermes Cavicchini, Sabrina Colombo, Elena Corsi, Paola Fugagnoli, Giancarlo Fumagalli, Silvana Greco, Livio Lo Verso, Elisa Lorenzi, Rossella Ronchi, Cecilia Scanzaroli, Jacopo Umidi

Rapporto OML 2009-2010L'anno che ci siamo lasciati alle spalle sarà sicuramente ricordato per l'approvazione della Riforma Biagi e dei decreti ad essa collegati, che hanno significativamente mutato il quadro legislativo italiano in materia di lavoro. Ciò non di meno, il 2003 è stato un anno di transizione, nel quale si è visto chiaramente come la legislazione preesistente consentisse alle imprese di trovare risposte adeguate alle necessità derivanti dalla situazione di stagnazione economica che ha contraddistinto questo periodo. Il 2003 ha rappresentato infatti il terzo anno di pesante rallentamento del sistema produttivo a cui si è accompagnato l'emergere di alcuni segnali di debolezza anche nel mercato del lavoro: per la prima volta dopo molti anni l'occupazione infatti ha registrato un calo in termini assoluti. Non solo: se dal punto di vista quantitativo il mercato del lavoro milanese ha sostanzialmente tenuto, da quello qualitativo si palesa un netto peggioramento: l'area dei lavori atipici ha ripreso a crescere con forza a riprova di una grande capacità del sistema produttivo milanese di adeguarsi al mutare delle condizioni della congiuntura economica. Utilizzando sapientemente i dati amministrativi dei Centri per l'Impiego, il Rapporto fornisce una lettura originale che, collocando in serie storica le dinamiche della domanda di lavoro, evidenzia come le difficoltà palesatesi nel 2003 si fossero poste in essere già nell'anno precedente. Inoltre viene presentato per la prima volta un'originale approccio analitico che consente di mettere in luce non solo l'intensità della domanda di lavoro nelle sue varie forme, ma anche la sua estensione, misurando il numero delle imprese che hanno utilizzato le diverse forme di flessibilità. Viene presentata poi una prima sintetica lettura delle trasformazioni di lungo periodo che hanno interessato il mercato del lavoro milanese a livello sub-provinciale, avvalendosi dei dati del Censimento dell'Industria e dei Servizi. Il Rapporto conduce inoltre una prima sperimentazione che, analizzando i dati amministrativi dei Centri per l'Impiego, si propone di evidenziare le dinamiche del mercato del lavoro a scala comunale. Da ultimo una serie di monografie amplia l'attenzione del Rapporto ad altre tematiche, quali quelle concernenti le recenti evoluzioni del mercato del lavoro femminile, il nesso intercorrente tra salari e produttività, nonché un contributo sulle politiche di inserimento lavorativo delle persone soggette a restrizioni penali.

 
Contributi
Marta Aiello, Cesare Benzi, Ermes Cavicchini, Elena Corsi, Marialuisa Di Bella, Paola Fugagnoli, Livio Lo Verso, Elisa Lorenzi, Alessandra Naldi, Paola Tué, Jacopo Umidi

 

Rapporto OML 2009-2010

Un altro anno difficile per l'economia, un anno buono per l'occupazione. È in questa apparente contraddizione che si può racchiudere il giudizio che il Rapporto sul mercato del lavoro 2002 dà sull'andamento del mercato del lavoro in provincia di Milano. E nel titolo del rapporto, L'anno dei paradossi , è raccolta tutta una serie di altre indicazioni sulle dinamiche dell'economia provinciale che sembrano sovvertire i canoni interpretativi derivati dalle principali teorie economiche. Milano e la sua provincia condividono le difficoltà dell'andamento della congiuntura internazionale, e nello stesso tempo l'occupazione aumenta maggiormente nell'industria, ovvero nel comparto più esposto alla competizione internazionale.

L'incertezza del quadro macroeconomico sembrerebbe favorire la crescita del lavoro flessibile, e invece si registra un consolidamento delle forme di occupazione con contratti standard, in linea con le tendenze dell'anno precedente.

Sullo sfondo di questi processi l'attesa per la riforma del mercato del lavoro, che sembra aver condizionato i comportamenti delle imprese e degli altri attori pubblici e privati che operano nel campo delle politiche pubbliche del lavoro.

Dal Rapporto emerge però anche una serie di altre indicazioni, quali una ricostruzione puntuale delle dinamiche delle diverse forme contrattuali e una minuziosa ricostruzione della domanda di lavoro espressa nel corso dell'ultimo anno dalle imprese operanti nei diversi settori, che evidenzia una situazione sempre più diversificata tra i comportamenti delle imprese che operano nei settori ad elevato contenuto di ricerca e quelle più tradizionali, sia per quanto riguarda le qualifiche professionali richieste che le forme contrattuali utilizzate.

Com'è diventato poi tradizione negli ultimi anni, il Rapporto presenta una serie di approfondimenti tematici relativi alle politiche e agli attori, tra cui un importante contributo sulla disoccupazione in provincia di Milano, un saggio sul tema della formazione per gli apprendisti, un esame sulla ricerca di lavoro mediante le inserzioni sui giornali e un affondo su un tema che attiene alle politiche della conciliazione e sposta per la prima volta l'attenzione sulle azioni volte a facilitare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, con un'indagine condotta su un target particolare di lavoratrici, ovvero imprenditrici e dirigenti d'azienda.

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Rapporto OML 2009-2010

Nonostante il rallentamento dell'economia milanese che ha risentito dell'andamento della congiuntura internazionale, Milano ha chiuso anche il 2001 con performance invidiabili: l'occupazione è aumentata dell'1,4%, la disoccupazione è diminuita dell'11,2% e gli avviamenti hanno conosciuto un ulteriore balzo, pari a più del 25% rispetto al 2000.

Trainata da un sistema produttivo solido, molto diversificato, capace di esprimere creatività e innovazione nella produzione di beni sia materiali che immateriali, la provincia di Milano occupa da anni una posizione di primato in molti settori economici, sia nel manifatturiero che nel terziario. Milano, infatti, è una delle due capitali europee della moda, una delle cinque principali piazze finanziarie europee, uno dei due poli nazionali della comunicazione televisiva e la capitale indiscussa dell'editoria e del design . E se il capoluogo è così fortemente connotato dalla presenza di attività terziarie, la provincia si conferma come una delle principali realtà manifatturiere del Paese, con un sistema produttivo sempre più orientato verso i settori ad alta tecnologia. Il mercato del lavoro milanese favorisce lo sviluppo garantendo una straordinaria flessibilità attraverso il ricorso al un ampio spettro di strumenti, dal lavoro a tempo determinato a quello interinale, dal part-time alle collaborazioni coordinate e continuative.

In questo Rapporto 2001 viene fornito un significativo contributo di conoscenza delle trasformazioni in atto nel mercato del lavoro milanese. Attraverso un approccio multidisciplinare e il ricorso per la prima volta in modo massiccio all'uso dei dati amministrativi dei Centri per l'Impiego, si dà conto delle dinamiche che hanno interessato nell'ultimo anno la realtà milanese, prestando una grande attenzione ai temi delle forme del lavoro flessibile e alle dinamiche del mercato del lavoro a livello subprovinciale. Il Rapporto presenta anche alcune monografie che si occupano sia di alcune realtà forti dell'economia milanese, come la moda e il credito, sia di problemi come quelli dell'inserimento lavorativo delle fasce deboli (persone in cerca di prima occupazione, disabili, over-40 ), che rappresentano temi di grande rilevanza per l'azione di un'Amministrazione come quella della Provincia di Milano.

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Rapporto OML 2009-2010

Un'economia che nel corso del 2000 è cresciuta a ritmi più sostenuti della media regionale; un sistema produttivo in cui aumenta il peso dei settori ad elevato contenuto tecnologico; una realtà che è all'avanguardia per quanto riguarda l'innovazione e la ricerca. E a fianco di ciò, un mercato del lavoro che presenta tassi di attività e di occupazione prossimi a quelli europei, in alcune zone della provincia prossimo alla piena occupazione. È in questa realtà, segnata dai processi di decentramento di funzioni precedentemente svolte dallo Stato, che la Provincia di Milano è stata investita di un ruolo centrale nello sviluppo delle politiche del lavoro. È per questo che la nuova edizione del rapporto Mercato del lavoro e politiche per l'impiego in provincia di Milano , rinnovata anche nel titolo, non limita quest'anno la sua attenzione agli andamenti quantitativi della domanda e dell'offerta di lavoro, ma dedica una grande attenzione anche ai cambiamenti che stanno interessando i diversi attori istituzionali preposti al governo del mercato del lavoro e alla verifica degli effetti delle politiche del lavoro. Il rapporto di quest'anno include inoltre una serie di indagini di carattere qualitativo su alcuni fenomeni, come la diffusione del lavoro interinale, che stanno caratterizzando le trasformazioni del mercato del lavoro milanese. Da ultimo, il rapporto presenta una dettagliata rappresentazione delle principali dinamiche economico-produttive che stanno interessando le diverse sub-aree provinciali e i riflessi che queste hanno sui diversi mercati del lavoro locali.

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Ultimo aggiornamento: Tue Jun 01 12:29:07 CEST 2021
Data creazione: Tue May 25 15:03:10 CEST 2021