Raccolta differenziata dei rifiuti tessili: istruzioni per l'uso

Thu Aug 01 09:59:00 CEST 2024 - Al via la campagna informativa per i Comuni e la cittadinanza

Rifiuti tessili, la  Città metropolitana di Milano ha la stoffa... per differenziare. Dal 1° gennaio 2022 in Italia è scattato l’obbligo di effettuare la raccolta differenziata (RD) degli abiti usati (EER 200110) e degli altri rifiuti tessili (EER 200111), in anticipo di tre anni rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE 2018/851 relativa al Pacchetto Economia Circolare, che prevede l’introduzione dell’obbligo a partire dal 1° gennaio 2025.

I Comuni ed i gestori che ancora non effettuano ancora la raccolta differenziata dei tessili dovranno attivarla: non solo per quanto riguarda gli indumenti, ma anche per tutti gli altri prodotti tessili (asciugamani, lenzuola etc…). Il rischio, però, è che si generi confusione.

Per questo nasce il progetto "Penelope - scampoli di sostenibilità", con cui la Città metropolitana di Milano desidera incrementare e migliorare la qualità della raccolta differenziata dell’abbigliamento usato e degli altri tessili (stracci, lenzuola, tende, tappeti etc.), supportando i Comuni, ma anche predisporre campagne informative rivolte ai cittadini e alle cittadine sul corretto conferimento dei vestiti usati e degli altri tessili.

Con questa finalità nel mese di maggio 2023 è stato rilasciato un nulla osta a tutte le piattaforme comunali per la raccolta differenziata, autorizzate dalla Città metropolitana, per l'inserimento nell'autorizzazione dei due codici 200110 e 200111, consentendo ai Comuni che ancora non l'hanno fatto, di potersi attivare per la raccolta di queste tipologie di rifiuto.

Fast-fashion? No grazie!
La gestione dei rifiuti tessili costituisce un problema dal punto di vista ambientale, principalmente a causa del diffondersi del fenomeno della fast-fashion, (letteralmente "moda veloce"), costituita da prodotti di prezzo modico ma di scarsa qualità (molto spesso costituita da fibre sintetiche quali il poliestere, difficilmente riciclabile), che induce il consumatore ad acquistarne in quantità sempre maggiore e ad utilizzarli per periodi di tempo sempre più limitati, scartandoli per acquistarne altri, spesso ad ogni cambio di stagione, e facendo così aumentare in maniera esponenziale i rifiuti prodotti.

Beni o rifiuti? Facciamo il punto
Attenzione, perchè uno stesso capo di abbigliamento può essere considerato un bene o un rifiuto, e quindi gestito in modo diverso, a seconda del percorso intrapreso:

  • se donato ad associazioni benefiche (Caritas o altre), venduto o scambiato è considerato un bene, ai sensi della L. 166/2016 (cd. legge Gadda);
  • se depositato nei cassonetti stradali o portato al Centro di Raccolta comunale è un rifiuto, alla stregua di tutte le altre raccolte differenziate (carta, plastica, vetro ecc..) e quindi gestito secondo la normativa sui rifiuti, D.Lgs. 152/2006, come schematizzato nell'immagine sottostante.

Visualizza i dati sulla raccolta differenziata dei tessili nella Città metropolitana per l'anno 2023 (Fonte dati Osservatorio Rifiuti)

Visualizza il report sulle attività svolte e in corso di svolgimento.

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Le regole per differenziare bene




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