Violenza sul posto di lavoro
Secondo un’indagine Istat del 2016, in Italia erano 1 milione e 404mila le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno dichiarato di aver subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Rappresentano l’8,9% delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione.
Si tratta di dati probabilmente sottostimati, dato che moltissime donne, per paura di ritorsioni, stigma e dell’inefficacia dei sistemi di tutela, decidono di non denunciare le molestie subite.
Le molestie sessuali rappresentano ancora oggi, nel nostro Paese, un fenomeno che impedisce alle lavoratrici, di cui il 70% donne, di avere accesso a un ambiente di lavoro sicuro e di pari opportunità.
Cosa si intende per «violenza nei luoghi di lavoro»?
La violenza sul luogo di lavoro è stata descritta dall'Unione Europea come un insieme di episodi nei quali “le lavoratrici o i lavoratori sono abusate/i, minacciate/i e assalite/i in circostanze correlate al loro lavoro, anche quando si recano al lavoro, e che provocano un cambiamento alla loro sicurezza, al loro benessere e alla loro salute fisica e psichica.
Violenza interna e violenza esterna
La violenza nei luoghi di lavoro può essere:
- interna: si verifica tra lavoratori e lavoratrici, compresi dirigenti e supervisori
- esterna: comprende insulti, minacce, forme di aggressione fisica e psicologica praticate sul posto di lavoro da soggetti esterni all’azienda, come per esempio clienti, pazienti, fornitori ecc., tali da mettere a repentaglio la salute e il benessere della vittima.
Data creazione: Mon Oct 16 17:00:05 CEST 2023