Da Mazzini a Cavour
Come molti artisti e intellettuali del suo tempo, anche Verdi ebbe in gioventù simpatie mazziniane e repubblicane (si veda la lettera a Piave) per poi passare tra il 1850 e il ’59 — “il decennio dell’attesa” — a simpatie sempre più spiccate verso il primo ministro del regno di Sardegna: Camillo Benso di Cavour.
Nel settembre del 1859 il compositore — eletto rappresentate delle province parmensi — incontrò per la prima volta il grande conte e ne rimase profondamente colpito. Nel 1861, su richiesta personale di Cavour, Verdi si fece eleggere deputato per la Destra nel primo Parlamento dell’Italia unita; l’improvvisa morte dello statista lo rattristò profondamente e raffreddò il suo interesse per la politica. Di corta durata fu il suo entusiasmo per Garibaldi al tempo dell’epopea del Mille; già nel 1864 lo considerava “un ingenuo, che ha molto perduto nelle opinioni delle oneste persone”, strumentalizzato “da chi pesca nel torbido, col profeta di Genova”, evidente allusione a Mazzini.
Le illusioni della gioventù erano ormai svanite.
Data creazione: Tue Jul 04 16:11:19 CEST 2017