La Galleria De Cristoforis

Nei ricordi verdiani (e non solo) la galleria De Cristoforis è uno degli snodi centrali della vita sociale milanese. Non a torto. Sull’esempio delle grandi capitali europee, Milano inaugurò il 29 settembre 1832 il suo passaggio coperto, il primo in un’Italia ancora divisa tra Stati e staterelli, ma soprattutto, il primo del grande Impero Asburgico. Un primato importante. Il merito fu della famiglia De Cristoforis — una perfetta rappresentazione della crescita della borghesia meneghina — che acquistò una vasta area tra Corsia dei Servi (l’attuale corso Vittorio Emanuele II) e la Contrada del Monte (oggi Monte Napoleone) demolendo edifici decrepiti per erigere due nuove costruzioni attraversate da una galleria coperta. Il progetto era apertamente ispirato ai “passage” parigini e brussellesi e alle “arcade” londinesi: capolavori architettonici e  moderni centri commerciali.

Gli ingressi della galleria erano tre. Il principale si affacciava lungo l’attuale Corsia dei Servi, nei pressi della chiesa di San Carlo. Quest’ingresso era a tre archi che immettevano in un vestibolo lungo 10 metri, largo 6,30 metri e alto 7 metri. Dal vestibolo si entrava nel primo ramo della galleria lungo 110 metri e largo poco più di 4 metri, con un’altezza alla sommità del cornicione di 8 metri, cui va aggiunta l’altezza delle vetrate a spioventi. Famosi i negozi della galleria: tra tutti, il negozio Ronchi con i suoi giocattoli e la profumeria Donant, celebre per il gioco di specchi per cui le persone venivano riflesse a gambe all’aria. Vi erano poi due caffè, il Gottardi poi Gnocchi e il Marchesi. Nel 1840 occupando le vetrine dal civico 58 al civico 63 vi si insediò la libreria Tendler e Schaefer, che dal 1870 diverrà la libreria Hoepli.

Nel 1906 venne aperto il cinema Sala Volta. Come già accennato, negli anni verdiani il passaggio fu il centro della vita pubblica cittadina, poi, con l’apertura della ben più imponente Galleria Vittorio Emanuele, la De Cristoforis lentamente decadde. Con il Piano Regolatore Generale del 1931 — la grande svolta modernizzatrice che sconvolse, con molti pregi e tanti sbagli, il paesaggio urbano — si decise la demolizione di tutto l’isolato, compreso lo storico passaggio. 

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Ultimo aggiornamento: Tue Jul 11 11:38:03 CEST 2017
Data creazione: Tue Jul 04 16:07:58 CEST 2017